L'annuncio del procuratore di Sanremo, Mariano Gagliano «La salma di Tenco sarà riesumata» Riaperto il caso del cantautore genovese suicidatosi con un colpo di pistola alla tempia durante il Festival del 1967

SANREMO - Dopo quasi quarant'anni si torna a parlare della morte di Luigi Tenco. Il procuratore della repubblica di Sanremo, Mariano Gagliano ha disposto la riapertura del caso. Il magistrato ligure ha annunciato che verrà riesumata la salma del cantautore genovese suicidatosi con un colpo di pistola alla tempia nel 1967 in un camera dell' hotel Savoy, durante il Festival della canzone.


IL CASO - La riesumazione della salma di Tenco, sepolto nel cimitero di Ricaldone, sarà finalizzata - ha spiegato il magistrato - ad un esame autoptico e balistico per rispondere una volta per tutte ad alcuni interrogativi che circondano la vicenda. Erano stati alcuni giornalisti nel 2003, Aldo Fegatelli Colonna, Marco Buttazzi e Andrea Pomati per la precisione, a presentare un esposto denuncia dopo aver svolto varie ricerche di archivio.



Il procuratore ha sottolineato che la decisione di riaprire il caso riguarda la frettolosità e l'incompletezza dell'indagine che venne svolta a suo tempo dalla polizia, guidata all'epoca a Sanremo dal commissario Arrigo Molinari. Questi è morto alcuni mesi fa, ucciso da un rapinatore della sua abitazione di Andora.

IL PROIETTILE DA ESTRARRE - Tra le altre cose verrà estratto il proiettile che non fu mai rimosso tramite autopsia; bisognerà studiare il foro d'ingresso dello proiettile, il calibro della pistola utilizzata da Tenco (l'arma sarebbe oggi ancora in possesso della famiglia del cantautore) e risolvere altri quesiti di ordine balistico. Gagliano ha anche reso noto di aver ritrovato il fascicolo originale, contenente poche pagine e fotografie, redatto all'epoca del suicidio. Il procuratore di Sanremo ha poi chiarito che la riapertura del caso non dovrebbe comportare rivelazioni clamorose, ma soltanto rimettere a posto alcuni tasselli mancanti.



Luigi Tenco (Ansa)
Lo stesso Molinari, citato da Gagliano, sosteneva che «sulla morte di Tenco e su tutto quello che è accaduto nelle ore successive alla scoperta del suo cadavere, non è stata ancora scritta tutta la verità». Fu lui, Molinari, da vicedirigente del commissariato di polizia di Sanremo, a precipitarsi, verso le tre del mattino del 27 gennaio 1967, in pieno Festival, nella stanza 219 dell'hotel Savoy, dove il cantautore, steso sul pavimento con una pistola accanto, era senza vita.

LA MORTE - Nel 1967, Tenco si presentò al Festival di Sanremo con la canzone Ciao amore ciao, ma non fu ammessa alla serata finale del Festival, classificandosi al dodicesimo posto nel voto popolare. Fallito anche il ripescaggio, dove gli fu preferita la canzone la Rivoluzione di Gianni Pettenati, pare che Tenco fu preso dallo sconforto. Anche per la fine della sua relazione con la cantante Dalida. Nella stanza in cui si sparò alla testa venne trovato un biglietto scritto a macchina con il seguente testo: Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente 5 anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt'altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda Io tu e le rose in finale e ad una commissione che seleziona La rivoluzione. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi.



12 dicembre 2005

Ti ringrazio per questo post anche se occorre, a parer mio, precisare che il biglietto non era scritto a macchina ma "di pugno" da Luigi di cui riconosco la grafia, che esprime in maniera chiara e coerente il motivo del suo gesto e che insinuare il dubbio che possa essere occorsa una ipotesi diversa offende le sue ultime volontà.
Chiarire alcuni "tasselli" non è un motivo valido per riaprire una inchiesta a distanza di 38 anni. L'interesse che muove questa vicenda trae origine, secondo me, da motivi che vanno ben oltre i "tasselli" di cui parla il Procuratore. E questo è per me motivo di preoccupazione.

Massimo, ho sentito (in TV) che il biglietto è stato riconosciuto scritto di pugno da Luigi Tenco solo dopo cinque anni. Sul libro di Fegatelli Colonna mi pare invece che la grafia sul biglietto sia stata identificata con quella di Luigi poco tempo dopo il suicidio/omicidio.
Sono d'accordo con te comunque, a che fine oggi i mass media vogliono sapere dopo tutto questo tempo l'autentico svolgersi dei fatti? Dovere di informazione? Ne dubito.
Sono fra coloro che non pensano "chissà cosa avrebbe potuto fare Tenco se non fosse morto nel 1967...", ma fra quelli che rimangono a bocca aperta di fronte a tutto ciò che ha fatto fino a quella maledetta sera del 27 gennaio 1967.
Era un tormentato, un maudit e come per tutti i maledetti dobbiamo considerare il percorso artistico e la vicenda personale di Luigi come un binomio indissolubile - l’uno condiziona l’altra come in Vincent Van Gogh, Charles Baudelaire, Ernest Hemingway, Søren Kierkegaard e tanti altri - . I maledetti guardano avanti, carpiscono l’essenza delle cose, possiedono uno sguardo che va oltre il proprio tempo - è questa la loro croce e delizia, ciò che costituisce il loro genio e l’ostacolo del loro inserimento in una in cui società in cui si sentono stranieri – prospettano soluzioni artistiche dissonanti per la gente a loro coeva - vedi "Ciao amore ciao" -. Sono come le stelle cadenti del dieci agosto, se sei fortunato vedi tutta la loro splendida traiettoria discendente, se sei disattento riesci a scorgere solo una piccola parte del loro affascinante cammino, se arrivi in ritardo puoi sperare in qualcuno che ti racconterà con le parole la bellezza di un’opera d’arte (impresa che riesce impossibile ai più).

Paolo Fiorucci

ciao, da pochi anni sentendo casualmente in qualche vecchio lp, mi sono avvicinato alla vicenda di Luigi Tenco e devo dire che pur avendo solo 27 anni, la tragica vicenda che colpi il festival del 1967, mi fa davvero riflettere... ci sono troppo ombre e troppi buchi sulla vicenda... leggendo in qualche rivista qualcuno ha ipotizzato che sia stao l'ex marito di Dalida a uccidere Tenco e a simularne il suicidio (correggetemi se sono in errore) e che qualcuno l'abbia visto appunto nei giorni del festival in giro per San Remo... ora aprire un caso dopo 38 anni fa davvero riflettere... secondo me una delle tante persone intervistate il giorno della riapertura del caso, che presentò il festival (mike bongiorno) ha detto una cosa giusta: "lasciatelo riposare tranquillo". credo che sia giusto cosi no?
Alessandro Brescia

Carissimo Paolo,

mi permetto di darti del tu e ti faccio i complimenti per il tuo messaggio. Mi ha colpito molto la seconda parte. Ti chiedo gentilmente se, citandoti, posso inserirla nel mio sito www.iltuosito.it/ricky

Ciao e grazie da Ricky

Molte cose sono ancora poco chiare se si vuole ammettere l'ipotesi suicidio anziché sospettare l'omicidio...

Per esempio, perché nessuno quella notte udì lo sparo? Sandro Ciotti era nella stanza accanto, ed era sveglio, eppure ha detto di non aver mai udito alcuno sparo. E così pure gli altri vip vicini di stanza, non raccontano di alcuno sparo.

Perché Luigi si confidò con un amico che avevano cercato di farlo precipitare con la sua auto dalle scogliere del litorale ligure?

Perché Luigi comprò quella pistola? Di chi aveva paura?

Perché disse che avrebbe lasciato la musica leggera per sempre? Aveva scoperto scottanti verità gravitare nel mondo di Sanremo?

Perché un'inchiesta all'epoca così sciatta e superficiale? Come se si dovesse insabbiare tutto prima possibile?

Perché la pistola che fu vista nella sua stanza non sembrava la Walter PPK di Luigi ma bensì una Beretta?

E tante altre cose...

Luigi,
le cose sono poco chiare perché fa comodo, che siano poco chiare, ai "media".
Ti faccio un esempio:
Non molto tempo fa, in un programma di Mediaset, fu intervistata una ragazza (si qualificò con nome e cognome) che portava fiori sulla tomba di Luigi per conto della mamma di Tenco. La mamma di Tenco morì dieci anni dopo e dunque non poteva più commissionare questo servizio. Da una trasmissione sempre di Mediaset (hanno intervistato un amico di infanzia di Luigi) apprendo che oggi si parla di una "misteriosa" ragazza che portava fiori sulla tomba di Luigi. La notizia assume quasi la dimensione di uno scoop....
Potrei rispondere, alle tue motivate osservazioni, colpo su colpo, ma mi sono, sempre, ripromesso di non entrare in questa storia. Rispetto le ultime volontà di Luigi che ha scritto che con il suo gesto sperava di "chiarire le idee a qualcuno"...io mi sento uno di quei "qualcuno" che si è chiarito le idee.